LA FINE E' IL MIO INIZIO
Un film di Jo Baier.
Con: Bruno Ganz, Elio Germano,
Erika Pluhar,
Andrea Osvart, Nicolò Fitz-William Lay.
Drammatico, durata 98 min. – Germania/Italia 2011.
Trama
Il grande giornalista e scrittore
Tiziano Terzani sta ormai morendo, ed i suoi familiari si riuniscono attorno a
lui; specialmente il figlio Folco, con il quale decide di ripercorrere la sua
intera appassionante vita in un libro intitolato La fine è il mio inizio.
Note e commenti
Un film senza
dubbio introspettivo, in cui Terzani richiama il figlio Folco da New York per
intavolare con lui un lungo dialogo a cuore aperto, pieno di confessioni,
ricordi, stati d’animo, sensazioni di ogni tipo suscitate dal ripercorrere
tutta la sua esistenza con la massima onestà.
Le sue esperienze
come giornalista, come essere umano, nei suoi viaggi come corrispondente in
Asia, Cina in particolare, i suoi periodi di isolamento e crescita spirituale
sull’Himalaya, tutto raccontato con emozione, con nostalgia, con rabbia e
disappunto nei confronti della specie umana a causa delle guerre a cui ha
assistito; ma anche con la naturalezza che contraddistingueva Terzani.
Così anche il suo
prepararsi alla morte imminente a causa del cancro; il giornalista ha voluto
riunire a sé i suoi figli, lì a Orsigna, nella sua terra natale che è la
Toscana, anche per rassicurarli, per fargli comprendere la sua assoluta
tranquillità nei confronti di ciò che lui vede solo come un passaggio, come
l’inizio di qualcos’altro. Ed è così che fra riflessioni e sane risate, questa
esperienza porta anche alla risoluzione di vecchie tensioni tra padre e figlio;
e quest’ultimo, dopo l’iniziale sconvolgimento causato dalla malattia del
padre, inizia a comprenderne il punto di vista e a conoscere più a fondo il
proprio genitore, le sue scelte, il suo essere, registrando tutto con la
massima accuratezza. Alla fine, seguendo le volontà del padre, Folco spargerà
le sue ceneri al vento tra i monti della Toscana e pubblicherà il libro dal
quale è tratto questo film.
Un lungometraggio
particolare, che si differenzia per il modo in cui è girato, preferendo
muoversi con delicatezza tra sguardi e silenzi, toccando corde profonde
dell’animo umano, piuttosto che abbandonarsi al puro intrattenimento delle
grandi produzioni.
Vere e colme di
bravura le interpretazioni di Elio Germano e soprattutto di Bruno Ganz nei
panni dei protagonisti, che riescono a cogliere tutta l’essenza dei loro
personaggi e a trasmettere appieno ciò che avevano da comunicare.
Folco Terzani ha
diretto la stesura della sceneggiatura che riprende con precisione i dialoghi
principali del libro, ma che si differenzia da questo per alcune aggiunte
relative a delle scene tra lui ed il padre: il litigio tra i due, la ripresa
della colostomia sul corpo di Terzani, la sosta in paese, la telefonata tra
l’editore del libro e Folco, i dialoghi tra quest’ultimo e la madre Angela, la
scena in cui Tiziano dà da mangiare ai corvi.
Le poche comparse
che appaiono nel film sono tutti membri reali della comunità di Orsigna.
La colonna sonora
è di Ludovico Einaudi, composta da suoi brani passati e quindi non originali.
La frase
Io sono stato tante cose, ma alla
fine non sono nessuno.